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Film commedia, cioè miscela fra arte cinematografica e vita, espressa in forma leggera ma intensa. Può sembrare un genere frivolo, ma non lo è. Non è nemmeno comico, almeno nello spirito, anche se fa ridere. Porta in dote l’ironia, senza essere superficiale o banale. Anzi ha grande profondità. Per questo entra nell’anima.

Se interpretata in modo alto, la commedia è una lezione, nascosta dietro il velo della simpatia. Spesso si chiude con un lieto fine: un segnale di speranza, che coglie il bisogno e il dovere di fiducia verso il futuro, anche quando le note del grigiore colorano gli scenari della nostra esistenza. C’è sempre una possibilità, guai ad arrendersi.

Meglio pensare col cuore e mettere in atto i suoi input col cervello, per superare i limiti delle costrizioni mentali. La ragione serve ad affinare i processi esecutivi, non a determinarli. Questo è un insegnamento della vita e la commedia lo conferma. Dai sogni e dalla passione sono nati i migliori prodotti della musica, dell’arte, della scienza, della bellezza. Woody Allen ne ha dato prova con le sue opere, che gli hanno permesso di vincere 5 Premi Oscar. Lui è un grande maestro, più forte delle insidie del tempo.

Grandi riflessioni vengono stimolate dai suoi lavori, all’insegna dell’umorismo: non una comicità fine a se stessa, che esaurisce la sua missione nella sola risata, ma l’espressione di una capacità intelligente e sottile di rappresentare l’aspetto comico della realtà.

La commedia, in tutte le sfumature, suscita grande interesse nel pubblico. Non è un genere per specialisti, ma un’espressione creativa di altissimo livello. Anche quando si limita alla ricerca del solo divertimento, non è da sottovalutare, perché far ridere è più difficile che far piangere.

Lo spiega Ugo Dighero in un’intervista a Commedie Teatrali Italiane: “Comicità e ironia hanno bisogno di uno spostamento del punto di vista ed è un meccanismo che non possiamo controllare come fruitori di comicità. C’è qualcosa che scatta dentro e al di là della nostra ideologia ci muove lo stomaco e ci fa ridere, mentre la seriosità è meno eversiva e spesso si può appoggiare su clichè, condizionamenti culturali. E’ più difficile far ridere perché bisogna azzeccare il meccanismo al di là di tutto”.

Poi aggiunge: “La comicità è probabilmente la cosa più seria che ci sia in circolazione. E’ una forma di comunicazione che riesce a passare sopra pregiudizi e preconcetti e parla dritto all’anima delle persone”. Condivido la sua riflessione e colgo l’occasione per riportare una frase simpatica che circola in rete: “Ridere è una cosa seria. Non puoi farlo con chiunque”. Anche questa merita un’analisi.

Di Rosario Scelsi

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