Risale al 1998, con l’annuncio del Miglior Film in concorso, la prima presenza sul red carpet del Festival di Cannes della nuova Palma d’Oro, opera di rara bellezza, simbolo dell’amore per il cinema.

Caroline Scheufele decise di rendere il trofeo più leggero, conferendogli al contempo un volume e una profondità più importanti. L’autrice ha enfatizzato le venature del gambo e delle consuete 19 foglie, per dare l’impressione di coglierle nel pieno del loro movimento. Inoltre, ha disegnato il gambo in modo che terminasse in un cuore, uno degli emblemi della gioielleria di Chopard.

Infine, ha posato il corpo su un cuscino di cristallo, che richiama un diamante taglio smeraldo. Questo prezioso dettaglio rende unica ogni Palma d’Oro, poiché Madre Natura non crea mai due cristalli identici.

Il primo film a vincere una Palma d’Oro firmata da Chopard è stato “L’eternità e un giorno”. Un’eccezionale premonizione già implicita in un trofeo così maestosamente… eterno.

Dal 2014, la Palma d’Oro sfoggia una straordinaria brillantezza grazie alla fabbricazione in oro con certificazione “Fairmined”. Tale innovazione si iscrive nel contesto di un nuovo progetto, avviato da Chopard nel 2013 per il 66° Festival di Cannes, che punta a promuovere lo sviluppo sostenibile nel settore del lusso.

La prima fase di questa iniziativa è stata la creazione della collezione di Alta Gioielleria Green Carpet, in collaborazione con Livia Firth, direttrice artistica, nonché fondatrice dell’associazione non-profit Eco-Age e della ONG Alliance for Responsible Mining (ARM).

Diverse tappe si susseguono nel processo creativo della Palma d’Oro, che vede la luce negli atelier svizzeri della maison, a Meyrin, vicino Ginevra. La sua fabbricazione richiede l’impegno di sette artigiani e circa 40 ore di lavoro, ripartite tra il modello in cera, il calco in gesso realizzato a mano e cotto in un forno a 760°C, la colata dell’oro nello stampo, la lucidatura e infine l’ancoraggio al piedistallo in cristallo.

Di Rosario Scelsi

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